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Festival di Venezia, trionfa Napoli: alla Golino la Coppa Volpi per il film di Gaudino

  • Radio Valentina Napoli
  • 15 set 2015
  • Tempo di lettura: 3 min

Valeria Golino è una bellezza, la gioia addosso, l'allegria negli occhi, il calore di tutti quanti intorno che le fanno festa. Ha un abito viola monospalla che le dona e sembra che tutta quella contentezza riesca ad uscire fuori, generosa come la Anna Ruotolo Schiavone, la "donna 'e niente" con cui ha vinto la Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile a Venezia 72. Un film, quello di Giuseppe Gaudino, che ha voluto, interpretato, sostenuto «contro tutto e tutti». E ora è qui felice «come una bambina che saltella sue e giù» che non riesce a contenersi. Stringe forte quella Coppa pesante, la sua seconda dopo che nell'86 l'aveva vinta, giovanissima per Storia d'amore di Citto Maselli. «Ma questa è la prima vera - rivela subito dopo la cerimonia - perché in quell'anno non c'erano i soldi e mi diedero una targa con disegnata la coppa. L'ho reclamata nel 2008 quando ho fatto parte della giuria, ma invano. E ora eccola qua». «Non me l'aspettavo di vincere, sapevo che il film è bello, speravo fosse apprezzato, ma di solito per non rimanerci male sulle cose non me le auguro. Invece è successo e sono contenta e mi piace questo affetto degli altri che sento intorno e voglio esprimere la gratitudine che provo. Ma più di tutto sono felice per me, me lo merito», dice. Il film, è stato detto, «è contro tutto e tutti», realizzarlo più che un'avventura è «stata una disavventura» e si è riusciti a finirlo «solo per la persistenza, la tenacia di tutto un gruppo proteso verso la ricerca di fare un bel film». Per amor vostro, che il 17 settembre uscirà in sala, è stato finanziato da quasi 10 produttori (compresa la Buena Onda di Golino e Scamarcio) ed è costato 700 mila euro. «Se questo film avesse avuto un po' più di agio, se Gaudino avesse potuto lavorare con un po' più di tempo e qualche soldino in più, secondo me al film avrebbe giovato perché non servono tanti soldi, ma quel minimo per riuscire a fare le cose senza angoscia e secondo me i film e gli autori di questo tipo vanno protetti e non emarginati», s'infervora l'attrice che ad ottobre compirà 50 anni. Più aiuti è un'indicazione per il cinema italiano? «Certo, non abbiamo scelta, se no il cinema di un certo tipo morirà. Non lo voglio dire stasera perché non voglio dire nessuna parola brutta, ma il cinema di ricerca con i suoi punti di vista forti deve continuare ad essere fatto, magari con meno ostacoli del nostro». Sul palco della sala grande ricevendo la Coppa Volpi aveva ringraziato i selezionatori, quei «pezzi da novanta della giuria», il regista, gli sceneggiatori, tutti gli attori uno ad uno, ricordandosi «la gioia che ho provato tanti anni fa quando lo vinsi. Ma oggi mi accorgo che dopo tutti questi anni, l'esperienza accumulata e la consapevolezza, ricevere il premio mi dà la stessa infantile, ingenua allegria di allora». Ecco che allora «sono contenta per me», premiata per la Anna dei Miracoli di Gaudino, «una donna fragile, capasciacqua, testavuota, che però è tante altre cose insieme che convivono e poi esplodono. Una donna che non puoi non amare, una donna buona, che cerca di tenere insieme tutto, almeno fino ad un certo punto e che per i figli, con la predilezione per Arturo sordomuto, 'per amor vostro' appunto, trova il cambiamento e il riscatto».


 
 
 

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